Novità editoriale: Con desiderio e verità. Una nuova filosofia per costruire un mondo più adatto a noi stessi

Le cose cambiano rapidamente e si impongono indirizzando verso obiettivi che non necessariamente sono i nostri. Conoscere il campo di gioco infinito del desiderio e della verità diventa un presupposto indispensabile per progettare e costruire il nostro futuro.

Dalla PREFAZIONE

Questo testo nasce da un’esigenza: andare oltre. Oltre pensieri stanchi che costituiscono una zavorra rispetto alle possibilità di nuove visioni più all’altezza delle sfide odierne. Oltre categorie vecchie di millenni che, inosservate, strutturano la griglia con cui ancora interpretiamo e viviamo il mondo. Oltre meccanismi beceri che seminano dolore rendendo la vita molto peggio di quella che potrebbe essere. Oltre verso una realtà più in grado di mettere a frutto quanto di bello e grande è stato realizzato nell’arco dei secoli. Oltre verso una realtà in cui le donne e gli uomini siano più in grado di dialogare tra loro e con le varie dimensioni della loro esistenza. Oltre verso un maggiore livello di consapevolezza che consenta di vivere una vita più ricca e piena. Oltre verso visioni d’insieme che dialoghino con le visioni di dettaglio. Oltre verso una realtà di maggiore pace e benessere.

Non è qui in gioco un nuovo sguardo utopico ma piuttosto la necessità di scegliere in che direzione andare, tenuto conto dei tanti nodi epocali che la contemporaneità ci pone di fronte.

Ma decidere in che direzione andare non è così semplice perché richiede una lettura della realtà e del possibile che cerchi di essere all’altezza della situazione e che per esserlo non può prodursi senza un lavoro, tempo e fatica e senza una cognizione dei limiti, dato che qualunque lettura rimane comunque esposta ai rischi della superficialità, dell’errore e anche all’ineludibile insondabilità delle cose.

Ma scansati i desideri utopici di risoluzioni definitive dei problemi e delle instabilità che strutturalmente l’esistenza pone e scansati anche i deliri di onnipotenza che ancora troppo spesso minano un maggiore equilibrio di giudizio, si tratta di decidere se vogliamo dedicare il lavoro, il tempo e la fatica necessari per chiarirci le idee, per decidere più sensatamente sulle cose da fare e sulle azioni da intraprendere o se, piuttosto, vogliamo sottrarci a questo lavoro e a questa fatica supponendo di poter comunque continuare a cogliere i piaceri reali o illusori che, soprattutto in un contesto consumistico, sembrano essere lì, pronti, a riempire il nostro tempo istante dopo istante.

Nonostante le difficolta e anzi proprio per queste, è arrivato il tempo di decidere se vogliamo far fare un salto oltre alla nostra capacità di pensiero, sondando nuove possibilità, dopo aver ripercorso e consolidato quanto di grande sin qui acquisito, o se, sommersi dalla crescente complessità del reale, vogliamo rinunciare a questa capacità, affidandoci alle lusinghe di un mondo che da molte parti non ci chiede di pensare ma piuttosto tende a volerci trasformare in esistenze decerebrate, in risorse utili per obiettivi che, in realtà, non sono i nostri.

Dobbiamo capire come stanno le cose, come si im-pongono a noi e cercare inoltre di capire ciò che ci spinge e ci motiva nel fare e nel non fare. Dobbiamo quindi capire meglio le verità che ci riguardano e i desideri che ci coinvolgono per centrarci maggiormente nelle profondità delle nostre esistenze, che, se guardiamo bene, non risultano solo individuali ma strutturalmente anche collettive.

Si tratta di acquisire una più profonda visione relazionale della realtà e del possibile per andare verso un futuro possibile in cui costruire un mondo più adatto a noi stessi.

Dopo un breve excursus storico evolutivo e l’indicazione di alcuni processi che caratterizzano l’evoluzione stessa, il testo si sofferma soprattutto sull’ultimo stadio evolutivo raggiunto ovvero quello culturale.
È soprattutto a livello culturale che si giocano i destini della nostra contemporaneità confrontata da sfide epocali, da mutamenti rapidi, globali e pervasivi, dall’impatto della tecnologia e del capitale e dal sempre più difficile reperimento di elementi che consentano un orientamento.

Emerge la necessità di un miglior dialogo tra i saperi, di un miglior rapporto tra individualità e collettività ed anche della costruzione di visioni d’insieme che, attente alle situazioni concrete, siano in grado di leggere la realtà e il possibile in modo efficace e di prospettare indirizzi perseguibili.

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